Perchè Il Mio Cane Mangia Le Feci?

Origini e soluzioni di un problema spiacevole ma piuttosto comune.

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A molti di coloro che vivono l’esperienza di un cane dentro casa, sarà capitato di doversi rivolgere al proprio veterinario per un problema tanto spiacevole quanto difficile da comprendere e risolvere: la coprofagia canina. Si tratta di un’espressione scientificamente più adatta per esprimere quel comportamento anomalo che porta alcuni cani a mangiare le feci di altri animali, se non le proprie.

È senza dubbio un problema che in prima istanza genera disgusto (come non potrebbe?) e che i padroni di cani considerano inaccettabile, tuttavia nell’articolo di oggi vogliamo affrontare il tema da un punto di vista più ampio possibile, al fine di dimostrare che prima di lasciarsi sopraffare da sentimenti di repulsione e nausea, la cosa più importante è capire il motivo di tali comportamenti.

Perché se da un lato è vero che la coprofagia canina nasconde dei disturbi che possono avere radici in uno stato di sofferenza emotiva o psichica, oppure può essere espressione di una patologia organica perfino indotta dalla stessa coprofagia, è altrettanto vero che tale comportamento è anche espressione di un patrimonio genetico innato che riporta il cane alla sua distinzione rispetto ai lupi. Insomma, la questione è ben più articolata di quanto si potrebbe pensare.

Coprofagia: la relazione tra lupo e cane

Partiamo proprio da quest’ultimo aspetto, ovvero la relazione che esiste tra cani e lupi, che può aiutarci a capire il motivo per cui la coprofagia non è sempre sintomo di altra malattia. La scienza ha ormai assodato che tra cani e lupi esiste un rapporto molto stretto, fatto di un patrimonio genetico in cui è evidente la condivisione di numerosi elementi. Eppure, a un certo punto della storia, questo patrimonio genetico ha iniziato a differenziarsi, portando il cane a divenire una specie più predisposta all’addestramento e all’adattamento in un contesto domestico, e relegando il lupo alla vita selvaggia e libera in natura.

Uno dei comportamenti che secondo gli esperti dimostra da un lato la comune radice genetica di cane e lupo e dall’altro il processo di differenziazione in due specie ben distinte, è proprio la coprofagia. La tendenza a cibarsi delle proprie feci, infatti, è un comportamento innato nei lupi, i quali adottano questa soluzione come strategia per mantenere il proprio giaciglio pulito sul piano igienico, evitando la diffusione di malattie e di patogeni che si formano per natura all’interno delle feci più vecchie. Tale comportamento, diventa ancora più importante in caso di prole, per evitare non solo che malattie trasmesse da elementi patogeni possano attecchire tra i nuovi nati ma anche per risolvere un apparente banale problema di smaltimento delle feci dei piccoli.

Quest’ultimo passaggio è di notevole importanza per comprendere il comportamento dei cani: anch’essi, infatti, assumono all’interno della propria cuccia questo atteggiamento, sia con lo scopo di smaltire le feci dei piccoli e sia per stimolarne l’evacuazione leccando le loro parti ano-genitali durante le prime settimane di vita, in attesa che inizino a esplorare il territorio esterno anche per lo smaltimento delle feci.

Mangiare le feci: nutrimento o solo patologia?

La questione della coprofagia inserita nel contesto cane/lupo può essere analizzata anche da un altro punto di vista e che riguarda il diverso modo in cui le due specie si alimentano. Rispetto ai lupi, infatti, i cani sono definiti come spazzini, in quanto la loro alimentazione non avviene più mediante la caccia ma semmai cibandosi dei resti organici. Questo, se da un lato ha favorito l’addomesticamento del cane, spesso ben tollerato dagli umani per via della sua disponibilità a cibarsi degli scarti alimentari, dall’altro ha innescato nell’animale anche un’innata predisposizione alla coprofagia che, è bene ricordare, quando non è determinata da una condizione di sofferenza patologica, può diventare mera necessità di sopravvivenza.

Ma come è possibile che il cane si alimenti di feci? Per quanto possa risultare disgustosa agli occhi del padrone di un cane che vive in appartamento, in verità ha una sua logica. Per meglio comprenderla, è bene specificare che i cani hanno delle preferenze rispetto alle feci di cui cibarsi. Oltre a quelle dei gatti, che secondo la scienza sono considerate dai cani come particolarmente prelibate, altre feci a cui solitamente rivolgono la loro attenzione vi sono quelle dei ruminanti, in quanto nei resti di questi animali è possibile rintracciare resti di vegetali parzialmente digeriti insieme a numerosi altri principi nutrizionali.

Gli aspetti emotivi e comportamentali della coprofagia

Quanto esposto finora va a sostegno delle tesi che spostano la questione della coprofagia verso dinamiche ancestrali e geneticamente definite. Ma purtroppo non è sempre così, e molto più spesso essa è determinata da problemi di carattere comportamentale, sofferenze psichiche, emotive oppure disturbi dell’alimentazione. Analizzando la letteratura scientifica sull’argomento, si evince che le motivazioni di un comportamento così bizzarro benchè disgustoso sono molteplici e in taluni casi anche molto gravi.

Queste motivazioni possono appartenere alla sfera dell’alimentazione, nel caso di una dieta carente sul piano calorico e nutrizionale o abuso – per qualche motivo – di steroidi, oppure ad altre patologie come presenza di parassiti, diabete o problemi alla tiroide. Anche la carenza calorica e nutrizionale a sua volta può essere sintomo di qualcos’altro, come una sindrome da malassorbimento.

Ma non ci sono solo motivazioni patologiche o nutritive, vanno elencate anche questioni che attengono alla sfera affettiva e comportamentale. In questo caso bisogna considerare un vissuto quotidiano caratterizzato da eccessivo isolamento (cosa tutt’altro che rara con i ritmi della vita moderna), spazi di movimento troppo ristretti e per troppo tempo, richiesta di attenzioni che il cane rivolge ai propri affetti umani, difficoltà nel distinguere gli odori del cibo da quelli delle feci oppure ansia da eccesso di punizioni.

I rimedi per la coprofagia canina

In tutti questi casi, l’unica via di uscita è il supporto di un veterinario specialista, che possa aiutare il cane e i suoi padroni a ritrovare la giusta serenità. E dopo aver analizzato le diverse origini di tale comportamento, vediamo anche come è possibile risolverlo.

Le terapie possono essere sia di tipo farmacologico che comportamentale, a seconda della gravità della situazione, ma il più delle volte è necessario agire su entrambi i piani. La terapia farmacologica può realizzarsi mediante l’introduzione nella dieta del cane di un surplus di vitamine – in particolare gli studi evidenziano che un campanello di allarme arriva da un deficit di vitamina B – oppure di un enzima che prende il nome di Papaina. Poi si può agire lavorando sulla pulizia della cuccia, prediligendo passeggiate in luoghi puliti e meno contaminati ed evitando ogni forma di punizione qualora si verifichino fatti così incresciosi.

Conclusione

In conclusione, la coprofagia canina è un’esperienza che nessun padrone vorrebbe mai vivere con il proprio cane, eppure a volte può accadere, anche abbiamo avuto cura di farlo crescere in un ambiente sereno e adatto alle sue esigenze di animale.

Del resto abbiamo visto che le origini patologiche del problema sono molte. Tuttavia, per non cadere nella trappola dell’automortificazione, chiunque possieda un cane deve prendere coscienza del fatto che tale comportamento ha anche radici innate, che prescindono da problemi di salute o affettivi. Questo non vuol dire dover subire passivamente un atteggiamento che oltre ad essere sgradevole può comportare anche seri problemi di salute se protratto nel tempo, per questo bisogna affidarsi al proprio veterinario per adottare un’adeguata strategia d’intervento.

La buona notizia è certamente che il problema è risolvibile già soltanto con qualche accorgimento, come una migliore gestione degli spazi in cui il cane vive e si muove, e una maggiore attenzione alle sue necessità emotive.

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